228  Colloquia Maruliana IX (2000.)

L' emergere di questa importantissima tematica nel pensiero filologico di
 Maver sara di certo un riflesso delle ricerche che Franjo Fancev a suo tempo svolse
nei testi dell" antica letteratura croata cercando di rilevare I"influsso esercitato dalla
tradizione glagolitica croata sui testi medievali e rinascimentali di questa letteratura;
Vinflusso visibile soprattuto nei testi appartenenti alla vita ecelesiastica & contenu
nei lezionari, nei canti delle confraternite, nei libri di preghiere destinati alla
devozione personale.

       

  

tratta di una questione_davvero stimolante e bisognosa di una risposta
chiara, una questione — che noi, appunto per ragioni di maggiore chiarezza,
vorremmo suddividere in due sottoquesiti principali:

1. quali conoscenze e quali opinioni Marulić poteva avere in merito alla
serittura glagolitica, la eui invenzione veniva in quei tempi attribuita a San
 Gerolamo e chiamata litterae Hieronymianae, come pure in merito alla variante
occidentale, variante croata della scrittura cirillica, quella nota sotto la
denominazione ci bosniaca?

 

 

 

 

2. se, € in quale misura, il Marulić_conosceva ed era in grado di leggere i
testi seritti in questi alfabeti?

Soffermiamoci dapprima un attimo sulla questione glagolitica.

Oggidi tra filologi e storici di cultura prevale ormai come commnnis opinio
Videa sulla scrittura glagolitica come opera di San Costantino_Cirillo. Secondo
le Žitja, le Virae dei Santi Fratelli, si tratta di una serittura che € frutto di ispirazione
Divina, un dono celeste San Cirillo € suo fratello San Metodio avrebbero ricevuto
in procinto di recarsi da Costantinopoli alle regioni slave di allora,  tra le
popolazioni di lingua slava per predicarvi il Vangelo. Prima della partenza nell"
a. 863. dovevano, pero, tradurre in lingua slava gli indispensabili testi liturgici,
soprattutto gli aprakos, cioč i passi della Sacra Scrittura che si leggono durante la
Messa. E fil proprio questo il momento in cui San Cirillo inventd I'alfabeto slavo,
vale a dire caratteri glagolitici per suoni slavi, tra I'altro anche per quelli contenu
nella celebre frase introduttiva del Vangelo di Giovanni:

'Ev Gp7il iiy 6 36yog, kal & Adrog ilv apiz rdv dedv, kal deac ijv & Adyoc.

En arkhe n ho L6gos, kai ho L6gos &n_pros tan Thećn, kai Theds čn ho
L6gos

n principio erat Verbum, et Verbum erat apud Deum, et Deus erat Verbum.

   

 

 

 

   

 

 

Iskoni be slovo i slovo bć u Boga i Bog bć slovo.

Nella struttura figurale dei nouvi caratteri si intravedeva un profondo
simbolismo teologico e filosofico, con due elementi formativi essenziali - il cerchio
€ l triangolo: il cerchio come simbolo della perfezione Divina, ili triangolo come
figura emblematica della Santissima Trinit&. La prima lettera di questo alfabeto,
V Azo: A, fil delineata in forma di croce e otenne some sua denominazione la parola
az : io; mentre ci faciamo il segno della croce_pronunciando la parola aza, noi